15 punti su cui discutere
Sui tavoli dei partiti 15 punti con le azioni urgenti per migliorare la presa in carico dei pazienti oncologici ed onco-ematologici
Presentato lo scorso Novembre a Roma un Accordo di Legislatura fra le Associazioni pazienti aderenti al progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” e i Politici Nazionali e Regionali che oggi fanno parte degli Intergruppi Parlamentari e consiliari del progetto. L’Accordo, in 15 punti, delinea un percorso assistenziale ideale per i pazienti oncologici e onco-ematologici ed è finalizzato a ottimizzare la loro presa in carico e cura.
«L’Accordo di Legislatura vuole essere una sorta di programma politico sulle patologie oncologiche – sottolinea Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna Onlus, l’Associazione pazienti che coordina il progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” – dalle Reti Oncologiche alle Breast Unit, dallo psico-oncologo al Centro di Assistenza e Servizi, dal programma “Guadagnare Salute” sugli stili di vita alla lotta alle fake news, il paziente oncologico è oggi al centro di un universo che necessita di politiche attente e dedicate». «Questo Accordo contiene elementi di dibattito che sono costanti nell’universo dell’oncologia, ma ha il pregio della sintesi e della chiarezza negli obiettivi», aggiunge Paolo Marchetti, Professore ordinario di Oncologia Medica, Direttore U.O.C. Oncologia Medica presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma.
Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il cancro è la principale malattia a livello mondiale con 14,2 milioni di nuovi casi nel 2012 e una proiezione di oltre 21,6 milioni del 2030. Secondo il rapporto AIOM/AIRTUM sono 369.000 i nuovi casi di cancro stimati nel 2017 (192.000 fra i maschi e 177.000 fra le femmine); le 5 neoplasie più frequenti nel 2017 sono quelle del colon-retto (53.000 nuovi casi), seno (51.000), polmone (41.800), prostata (34.800) e vescica (27.000). In Italia vivono oltre 3.300.000 persone affette dalla malattia, il 5% circa dell’intera popolazione italiana. Il tasso di sopravvivenza cresce ogni anno e oggi oltre il 60% dei pazienti raggiunge e può superare i 5 anni. Permangono purtroppo sul territorio nazionale notevoli disparità di trattamento dovute alle diverse gestioni delle singole Regioni, che determinano tempi e qualità della prestazione profondamente diversi. In questa prospettiva la presa in carico del paziente è un momento strategico e può segnare la qualità del percorso terapeutico.
I 15 punti dell’Accordo trattano temi fondamentali, quali il Piano Oncologico Nazionale (scaduto nel 2016 e non ancora rinnovato), le Reti Oncologiche, i Registri Tumori, le Breast Unit, i PDTA e il Team multidisciplinare nella gestione a 360° del paziente oncologico. E ancora: i Centri Accoglienza e Servizi, il fondo per i farmaci oncologici innovativi, i test diagnostici e l’accesso agli studi clinici, la psico-oncologia, le campagne di comunicazione sugli screening oncologici e gli stili di vita, fino all’annoso fenomeno delle fake news.
Nel corso del Forum è stata presentata anche un’indagine sullo stato dell’arte della presa in carico e cura del paziente oncologico e onco-ematologico nella Regione Puglia, sottoposto a 25 oncologi e 12 ematologi responsabili delle Unità di Oncologia ed Ematologia regionali negli ospedali e nelle AA.SS.LL pugliesi.
«Dalle risposte emerge un quadro complessivo certamente incoraggiante, per la presenza di Gruppi Multidisciplinari di Patologia attivi in numerosi Centri»,dichiara Vito Lorusso, Direttore U.O.C. Oncologia Medica, Istituto Tumori G. Paolo II, Bari. «Esiste un’offerta oncologica giudicata di buon livello su tutto il territorio, con alcuni aspetti che potrebbero essere perfezionati. L’istituzione della struttura organizzativa di coordinamento dell’attività dei Centri Oncologici avrà un impatto positivo sia attraverso l’implementazione dei Gruppi Multidisciplinari, sia soprattutto di PDTA con valenza regionale».
L’indagine svolta in Puglia sarà replicata in altre Regioni d’Italia proprio per sottolineare le disparità di trattamento e individuare strategie per eliminarle. Il filo rosso sarà sempre quello delle Reti Oncologiche ed Ematologiche – ad oggi attuate compiutamente solo in 6 Regioni (Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto, Valle d’Aosta, Umbria) – che richiederanno nel corso della prossima legislatura un’attenzione molto particolare e un impegno realmente costante.
Redatto da: Stefania Bortolotti