Immunoterapia contro il cancro
James P. Allison e Tasuku Honjo hanno ricevuto il Nobel per la Medicina 2018 per le loro scoperte nel campo dell’immunoterapia contro il cancro. I due ricercatori sono stati insigniti del riconoscimento per le ricerche sul freno naturale che riesce a bloccare l’avanzata dei tumori, sulle quali si basa l’immunoterapia.
La motivazione con cui è stato appena assegnato il premio Nobel per la medicina, da parte dell’Assemblea del Nobel al Karolinska Institutet a Solna in Svezia, è la seguente:
“Per le loro scoperte nel campo delle terapie contro il cancro tramite inibizione della regolazione negativa del sistema immunitario”
Una scoperta che premia, ancora una volta, la lotta al cancro, che quest’anno arriverà a contare, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, 18 milioni di persone e oltre 9 milioni di morti.
James P. Allison ha studiato una proteina la CTLA-4, che frena l’attivazione dei linfociti T, «soldati» fondamentali per il nostro sistema immunitario. Bloccando questa proteina, le cellule T attaccano le cellule tumorali. Una scoperta che ha portato alla produzione di farmaci, come ipilimumab, in grado di allungare la vita a pazienti affetti da forme tumorali molto gravi, senza speranza.
Tasuku Honjo ha scoperto nel 1992 la proteina PD-1, anch’essa un «freno» per le cellule T. Agisce da inibitore della risposta del nostro sistema immunitario quando si collega a PD-L1, una proteina espressa su alcune cellule normali e tumorali.
Alcune cellule tumorali hanno una grande quantità di PD-L1, che le aiuta a sfuggire quindi all’attacco immunitario. Gli inibitori di PD-L1 hanno dimostrato di essere utili nel trattamento del cancro della vescica e del cancro del polmone non a piccole cellule.
Prima delle loro singolari intuizioni il tumore si è sempre combattuto assalendo il cancro dall’esterno, con radiazioni e farmaci tossici per le cellule «cattive». Un approccio «tradizionale» che però presenta grossi limiti: non sempre funziona e molto spesso vengono attaccate anche le cellule sane.
Grazie ai due Nobel è stato possibile capire che probabilmente la più efficace arma anti-cancro si nasconde proprio all’interno del nostro organismo e si chiama sistema immunitario.
«Le molecole scoperte dai due Nobel ci hanno permesso, prima di tutto, di comprendere meglio il funzionamento del nostro sistema immunitario.” dichiara Michele Maio, direttore del Centro di Immuno-Oncologia e dell’Unità Operativa Complessa di Immunoterapia Oncologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese e ricercatore di punta dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. «Le molecole scoperte dai due studiosi ci hanno portato oggi ad avere decine di anticorpi in grado di ’sbloccare’ il sistema immunitario contro il cancro», dice.
Anche Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell’università Tor Vergata di Roma, ritiene «rivoluzionario» il lavoro di Allison e Honjo. «I loro studi hanno aperto la strada alla terapia personalizzata del cancro, fornendo anche gli strumenti necessari: le proteine ingegnerizzate», dice. «Un approccio che già oggi, ma sempre più in futuro, consentirà di combattere il cancro in modo sempre più mirato e personalizzato.
Insomma, è un Nobel strameritato», conclude.