FOCE
Nasce FOCE, la Confederazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi. È la prima alleanza al mondo che unisce gli esperti che trattano le grandi patologie di queste tre aree mediche, che interessano più di 11 milioni di cittadini in Italia. Sono pazienti fragili che, se contagiati dal Covid-19, rischiano gravi conseguenze, fino alla morte. FOCE intende collaborare con le Istituzioni per affrontare l’emergenza sanitaria in corso, indicando proposte concrete in grado di coniugare continuità di cura e sicurezza dei pazienti: dalla definizione di linee guida e protocolli di trattamento uniformi, alla strutturazione della telemedicina fino alla ridefinizione del rapporto con la medicina del territorio.
Nel 2016, nel nostro Paese, su un totale di 614.307 morti, circa 191.000 sono state causate proprio da stili di vita sbagliati. La Confederazione, presentata nei giorni scorsi è espressione diretta delle Società scientifiche dell’oncologia (AIOM Associazione Italiana di Oncologia Medica), cardiologia (SIC – Società Italiana Cardiologia) e ematologia (SIE – Società Italiana Ematologia), e di due delle Fondazioni di riferimento “Insieme contro il cancro” e “Cuore e Circolazione”.
Va ricordato che il Covid-19 è caratterizzato da un’elevata contagiosità. Nell’85% dei casi determina una malattia subclinica o di grado lieve ma, rispetto all’influenza, provoca più facilmente complicanze respiratorie come polmoniti gravi e polmoniti interstiziali nel 10-15% dei casi e il 5% dei pazienti contagiati richiede il ricovero in terapia intensiva. La letalità è stimata intorno al 2-3%.
“Nei pazienti con malattie ematologiche maligne contagiati dal virus la mortalità raggiunge il 37%, una percentuale altissima – sottolinea il Professor Paolo Corradini, Vicepresidente FOCE e Presidente SIE (Società Italiana di Ematologia) -. E la patologia in fase avanzata rappresenta un ulteriore fattore di rischio di morte. Per questo, dobbiamo continuare a trattare i pazienti ematologici, garantendo loro le terapie salvavita come il trapianto di midollo e le CAR-T. L’interruzione dei trattamenti determina una progressione dei tumori del sangue molto più velocemente di quanto accada, ad esempio, nelle neoplasie solide. Per creare una ‘gabbia’ di protezione intorno al paziente, è fondamentale, come evidenziato nel Documento del Tavolo Tecnico, vaccinare contro l’influenza e lo pneumococco non solo i pazienti, che solo in alcuni casi sviluppano una risposta immunitaria, ma anche i famigliari, i caregiver e gli operatori”. “Vanno messi in atto tutti gli strumenti per preservare gli ottimi risultati nella cura sia dei tumori solidi che del sangue – continua il Professor Fabrizio Pane, Tesoriere FOCE – Negli ultimi anni è nettamente migliorata la sopravvivenza in molte malattie neoplastiche del sangue, grazie all’introduzione nella pratica clinica (e nella sperimentazione) di numerosi agenti farmacologici innovativi. Innumerevoli sono gli esempi, tra cui si può annoverare la leucemia mieloide cronica, in cui la maggioranza dei malati ha una aspettativa di vita paragonabile a quella di una persona non affetta dalla patologia, al mieloma multiplo che ha visto triplicare la aspettativa di vita dei pazienti in poco più di 15 anni, fino al caso delle leucemie acute, da sempre patologie poco curabili, che adesso hanno visto finalmente l’introduzione dei primi farmaci biologici e di immunoterapie specifiche”.
Redatto da: Stefania Bortolotti