EMPATIA
L’empatia è una caratteristica basilare nella comunicazione tra Medico e Paziente, i cui effetti intervengono, tra le altre cose, sulla fiducia e sulla soddisfazione del paziente, sull’adesione alla terapia e sul valore delle informazioni scambiate: punti focali e delicati nella creazione di una relazione diretta e positiva.
Significa arrivare a connettersi davvero con gli altri, ad aprirsi, ad ascoltare, a fare domande, a richiedere maggiori spiegazioni che permettono di raggiungere la chiarezza necessaria per riuscire ad affrontare e gestire le situazioni difficili causate dalla patologia.
Che cos’è l’Empatia e come si applica tra Medico e Paziente
La parola empatia nasce poco più di duecento anni fa, intesa come capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona e di poter vedere il mondo dal suo punto di vista. Ecco perché diventa importante e necessaria, sia da parte dei malati, sai da parte dei medici, per gestire la comunicazione in modo efficace.
Nonostante gli aspetti tecnologici per la cura continuino ad avanzare, la comunicazione tra medico e paziente rimane fondamentalmente un processo umano e di conseguenza la sua efficacia e la sua efficienza, che risultano anche dallo sviluppo della capacità empatica, continuano a essere sempre di estrema importanza.
E anche se i limiti imposti dal tempo di visita sempre più breve sembrano non essere in linea con le tempistiche necessarie per creare una relazione empatica, in realtà non è così, poiché essere empatici non significa solo saper utilizzare determinate parole, o un modo di sedersi o di mantenere il contatto visivo con un paziente, l’empatia non riguarda tanto le azioni, ma è una capacità che deriva da un sentimento innato, di cui le azioni sono una conseguenza e avvengono in modo naturale indipendentemente dal tempo a disposizione.
Quindi l’empatia può essere sviluppata e allenata, attraverso lo sviluppo della consapevolezza di sé, della consapevolezza degli altri, dell’abilità di ascolto e del rispetto e della tolleranza delle differenze.
La speranza è quindi che tutti, pazienti, professionisti, familiari e amici, “ricordino” di avere questa capacità fondamentale che porta a connettersi con gli altri e a sperimentare ciò che vuol dire essere al loro posto: una forma di aiuto semplice, ma profonda.
E come dice Carl Rogers…
“La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare”