La malattia che non aspetta e la necessità di evitare il contagio da Covid-19.
A causa del lockdown hanno dovuto sospendere e rinviare alcune prestazioni per lasciare spazio ai malati di Covid-19. Questi pazienti onco-ematologici cronici, tra i più delicati e fragili poiché la malattia stessa e le sue cure quando necessarie indeboliscono il sistema immunitario, hanno dovuto gestire la patologia ‘da remoto’. Paura di contagiarsi dal Covid-19 e perennemente in ansia per le possibili conseguenze di terapie o visite rimandati. Risultato? Diversi centri di ematologia hanno riscontrato una riduzione dei nuovi casi di Leucemia Linfatica Cronica durante la pandemia.
“Ogni anno sono 3.500 le nuove diagnosi di Leucemia Linfatica Cronica , ad affermarlo, è il Prof. Antonio Cuneo, del Dipartimento Scienze mediche dell’Università di Ferrara. E proprio alcuni centri di ematologia hanno registrato una riduzione dei nuovi casi di Leucemia Linfatica Cronica durante l’emergenza da Covid-19. La statistica è emersa da un questionario distribuito in 33 centri sparsi su tutto il territorio nazionale, dove sono in cura oltre 9000 pazienti con Leucemia Linfatica Cronica. Un terzo di tutti i Pazienti con Leucemia Linfatica cronica in Italia. I dati pubblicati parlano chiaro: su 33 centri, ben 20 hanno evidenziato un calo delle nuove diagnosi di Leucemia Linfatica Cronica nei mesi di Marzo e di Aprile.
Il Prof. Antonio Cuneo ha dei risultati: Il 15% dei centri interpellati ha riscontrato rallentamenti o difficoltà nel completare le indagini diagnostiche nei Pazienti giunti alla loro osservazione. Le nuove terapie quelle iniziali, sono state rimandate nel 79% dei centri tutte le volte che l’evoluzione della malattia era lenta, i sintomi lievi e le condizioni generali del paziente lo consentivano. Va segnalato, che il 73% dei centri non ha modificato e non ha ritardato il programma terapeutico avviato in precedenza mentre il 30% dei centri ha ritardato la ristadiazione della malattia, in pratica la valutazione della risposta al trattamento eseguito è stata rinviata.
Per i pazienti affetti da Leucemia Linfatica Cronica, sono state eseguite nella maggioranza dei casi da remoto mediante contatti telefonici e lettura a distanza degli esami di laboratorio. Alcuni Pazienti, però, hanno avuto difficoltà nel contattare il centro o hanno visto rimandare la visita, anche diversi mesi dopo. Tutto ciò ha generato in loro e nei loro familiari ansia e preoccupazione.
Il Covid-19 non ferma la cura dei tumori ematologici. Ne è convinta la Dott.ssa Francesca Mauro, dell’Istituto di Ematologia del Policlinico Universitario Umberto I, che però avverte: “I Pazienti onco-ematologici sono frequentemente immunodepressi e solitamente abituati alle precauzioni necessarie per evitare infezioni. Questo perché iniziare un trattamento terapeutico con effetti immunosoppressivi in piena pandemia sarebbe stata una scelta non prudente, meglio rinviare per non aumentare ulteriormente il rischio infettivologico.
Oltre alla malattia, che ha un impatto negativo sulla qualità della vita di chi ne è affetto a causa dei sintomi e degli effetti della terapia, i pazienti con Leucemia Linfatica Cronica in questi mesi hanno dovuto fare i conti anche con la paura del contagio poiché la patologia li rende più vulnerabili alle infezioni, quindi anche a rischio di contrarre il virus Covid-19.
L’emergenza Covid-19 ha avuto un notevole impatto sulla vita quotidiana dei Pazienti onco-ematologici, in quanto fragili e a rischio aumentato di contrarre infezioni.
Fonte: Adnkronos