BOSUTINIB E IMATINIB
Eccovi risultati rilevati dal confrontro tra Bosutinib e Imatinib nel trattamento della Leucemia Mieloide Cronica: quali benefici offre Bosutinib rispetto a Imatinib.
L’utilizzo del Bosutinib nel trattamento della Leucemia Mieloide Cronica
Secondo i risultati dello studio BFORE, pubblicati sul Journal of Clinical Oncology, il trattamento di prima linea con bosutinib, confrontato con imatinib, ha migliorato gli esiti per i pazienti con Leucemia Mieloide Cronica (LMC) in fase cronica. I Pazienti assegnati a bosutinib hanno avuto un più alto tasso di risposta molecolare maggiore a 12 mesi, con un favorevole profilo di tossicità.
Il commento di Jorge E. Cortes – Texas University, Anderson Cancer Center di Houston – e dei suoi collaboratori è che, in base a questi risultati, “bosutinib può costituire un’importante alternativa per pazienti con CML in fase cronica non trattati in precedenza”.
Lo studio di BFORE: tutti i numeri
Lo studio di fase III BFORE ha incluso 536 pazienti con malattia di nuova diagnosi, assegnati mediante randomizzazione al trattamento con bosutinib (n = 268) o con imatinib (n = 268) 400 mg una volta al giorno. L’efficacia è stata valutata in pazienti positivi per il cromosoma Filadelfia, con trascritti tipici.
A 12 mesi, il 47,2% dei pazienti assegnati a bosutinib, rispetto al 36,9% dei pazienti assegnati a imatinib, ha conseguito una risposta molecolare maggiore (P = 0,02). I tassi di risposta molecolare maggiore erano maggiori con bosutinib per i pazienti con rischio Sokal alto, intermedio e basso. Anche l’andamento dell’incidenza cumulativa di risposta molecolare maggiore era più favorevole con bosutinib che con imatinib (hazard ratio [HR] 1,34; intervallo di confidenza [IC] al 95% 1,06-1,69), il che indica un minor tempo alla risposta.
A 12 mesi, anche il tasso di risposta citogenetica completa era maggiore per i pazienti assegnati a bosutinib rispetto a imatinib (77,2% vs 66,4%; P = 0,0075). Ancora, l’andamento dell’incidenza cumulativa di risposta citogenetica completa era più favorevole per bosutinib (HR 1,38; IC al 95% 1,13-1,69).
Circa un quarto dei pazienti assegnati a bosutinib (22%) e di quelli assegnati a imatinib (26,8%) ha interrotto il trattamento, soprattutto a causa di tossicità correlata al farmaco (12,7% e 8,7%, rispettivamente). Tuttavia, le interruzioni delle somministrazioni sono state più comuni nei pazienti assegnati a bosutinib: una o più interruzioni della somministrazione hanno riguardato il 56,3% dei pazienti rispetto al 35,8% di quelli assegnati a imatinib. Inoltre, più pazienti assegnati a bosutinib, rispetto a imatinib, hanno sperimentato una diarrea di grado 3 o più grave (7,8% vs 0,8%) e un innalzamento dei livelli di alanina aminotransferasi (19,0% vs 1,5%) e di aspartato aminotransferasi (9,7% vs 1,9%).
“Concludiamo che bosutinib 400 mg una volta al giorno offre benefici rispetto a imatinib, con più alti tassi di risposta molecolare e citogenetica, e che queste risposte avvengono più precocemente” hanno scritto gli sperimentatori. “Bosutinib è associato a un profilo di tossicità favorevole; la maggior parte degli eventi avversi è di basso grado, è gestibile e migliora nel tempo.”
Articolo tratto da: Cancernetwork.com